Davvero l’età è un problema nella ricerca di lavoro? La risposta è: DIPENDE

Un tema molto caldo, direi bollente, a proposito del lavoro, è l’età. Età che qui intendo come la probabilità di essere esclusi da certe posizioni perché ritenuti troppo “vecchi”.

Ma l’età è davvero un problema? La mia risposta è DIPENDE.

Questa risposta rappresenta il mio punto di vista sull’argomento ed è basata sul campione di persone che ho seguito in consulenza negli anni e sul confronto costante con i colleghi. Ti propongo qui un’analisi della questione da una duplice prospettiva, che comprende le logiche di funzionamento del mercato del lavoro e la psicologia del job seeker.

L’età non è un problema a prescindere, lo può diventare in tre casi. Vediamoli insieme:

PRIMO CASO

1) Quando ti manca una professionalità e un’expertise solida o non sai veicolarla correttamente all’esterno. Se sei bravo a fare quello che fai e sai raccontarlo bene (ricordati che gli altri non hanno la palla di vetro per saperlo, per questo è importante imparare a comunicarsi) l’età diventa un fattore secondario quando non ininfluente. Addirittura, in molti casi, acquisisce un’accezione positiva: è un dato di fatto che posizioni molto importanti sono spesso ancora riservate ai senior, anche se a molti giovani in gamba questo stato delle cose sicuramente non piacerà.

La soluzione? Per evitare di trovarti in questa situazione, hai una sola strada davanti a te: non smettere di formarti, di crescere e di fare del tuo meglio.

Diventa molto competente nel risolvere i problemi della tua area professionale e inizia a farlo prima che puoi. Tieni la mente aperta ed affina sempre di più la tua arte, qualunque essa sia.

Se sei già su questa strada, valuta se la tua comunicazione scritta (profilo LinkedIn, CV ecc.) e orale (come ti presenti e come parli di te in un contesto di lavoro) ti descrive al meglio. Molte volte, diamo per scontato che gli altri deducano il nostro valore professionale e le nostre competenze ma non è così: dobbiamo essere noi capaci di raccontarle in modo equilibrato, cioè non sopravvalutandoci da una parte e non sottovalutandoci dall’altra.

SECONDO CASO

2) L’età può diventare un problema quando ti stai proponendo per posizioni non coerenti con il tuo ruolo. Molte persone, sotto la spinta della paura di non riuscire a cambiare la propria situazione, si candidano a una varietà di posizioni che non si adattano al proprio profilo. Spesso sono posizioni troppo junior o ruoli non idonei.

La soluzione? Intanto seleziona molto attentamente le posizioni per cui ti candidi.

In secondo luogo, evita di usare solo il canale della ricerca passiva, ovvero gli annunci, perché quest’opzione implica adattarsi a quel che il mercato rende visibile in un certo momento e non corrisponde a quel che veramente puoi ottenere utilizzando i canali del lavoro a 360°.

I canali della ricerca attiva che consiglio e che insegno ai miei clienti sono:

  • Networking strategico
  • Personal Branding
  • Autocandidature mirate

TERZO CASO

3) L’età può diventare un problema quando tu ti convinci che lo sia, senza se e senza ma. Ti convinci perché lo dicono tutti. Magari hai fatto alcuni tentativi di ricerca e la tua candidatura é stata rigettata perché, ti hanno riferito, hanno preferito uno più giovane. In questo caso, probabilmente il motivo reale é da ricercare nel fattore 1 o 2 qui sopra o in una combinazione dei due.

Dal punto di vista psicologico, quando la convinzione “sono troppo vecchio” mette le radici dentro di te puoi prendere due strade:

  • Smetti di cercare perché tanto non hai chances ed entri in uno stato di sconforto o depressione.
  • Continui a cercare ripetendo gli stessi sbagli nella ricerca, senza modificare le tue azioni. Succede così che entri in uno stato di impotenza perenne, sentendoti vittima del sistema e sviluppando “la sindrome di Calimero”.

Pensa che questa convinzione inizia a diventare forte in alcune persone già intorno ai 40 anni, il periodo considerato d’oro per l’avanzamento di carriera!

La soluzione? Riconoscere che hai deciso consapevolmente di credere a quest’idea, probabilmente perché ti stato utile farlo. É una forma di auto-sabotaggio che ti permette di mantenere inalterato lo status quo e di non cambiare. Probabilmente una parte di te vuole il cambiamento e un’altra parte lo allontana per paura di qualcosa. Quando capirai dove sta il blocco, si sbloccheranno le energie e potrai dirigerle consapevolmente verso il tuo obiettivo. E da lì fiorire.

Buona fioritura 🙂

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