Navigare la complessità nell’attuale mercato del lavoro

“COSA VERRÀ DOPO IL CELLULARE?”

Questa domanda ci fu rivolta da un professore all’Università almeno 15 anni fa, quando ancora l’uso del telefono era limitato solo a certe funzioni.

Silenzio.

A noi studenti sembrava già molto usare il telefono per navigare nel web.

Lo scopo di quella domanda era allenare la nostra capacità di immaginare futuri possibili, in uno scenario post-moderno in cui la complessità già da tempo si stava qualificando come un fattore destinato ad essere sempre più presente nella società e, dunque, anche nel mondo del lavoro.

Già, il lavoro, oggi diventato un ginepraio in cui le variabili si intersecano annebbiando la vista dei naviganti, i lavoratori.

Dal punto di vista sociale e organizzativo, osserviamo che il mercato richiede flessibilità, in quanto le logiche stesse del business oggi hanno radici instabili e di conseguenza la flessibilità delle aziende si trasferisce sui lavoratori. Il posto fisso è morto, anche se molti – giovani e meno giovani – continuano a rincorrerne l’ombra.

L’innovazione tecnologica sta stravolgendo numerose professioni, molte delle quali sono destinate a scomparire, mentre altre verranno progressivamente trasformate e integrate in un nuovo modo di lavorare.

Questi fattori inevitabilmente hanno delle conseguenze sui singoli ma non è questo l’unico verso del cambiamento in cui siamo immersi.

Sembriamo solo spettatori, invece siamo coinvolti attivamente nelle dinamiche in corso e abbiamo una quota di potere nel direzionarle.

Se portiamo l’attenzione sul piano individuale osserviamo, infatti, una chiamata valoriale a cui tutti noi come individui sembriamo rispondere in quest’epoca storica.

Vogliamo dedicarci ad un lavoro che abbia senso per noi, che contribuisca a farci crescere, che generi un impatto positivo nel mondo.

Non siamo più disposti a batterci per una causa in cui non crediamo, a prolungare i meeting fino alle 10 di sera. Non siamo disposti a barattare la nostra libertà personale e il tempo prezioso della nostra vita senza una valida ragione per farlo. E oggi, davvero, le valide ragioni scarseggiano.

Queste tendenze valoriali non rimangono solo desiderata, ma influenzano le scelte aziendali e permeano i processi di gestione e sviluppo delle risorse umane, contribuendo a cambiare la cultura organizzativa e, alla fine, il mercato.

Non può non essere così perché il movimento è troppo grande e la posta in gioca è alta, dal momento che l’attrazione e la retention dei talenti guida anch’essa una direttrice del cambiamento.

E se, da una parte, i nostri valori illuminano la strada che percorriamo come un faro, dall’altra generano domande scomode e spinte a cambiare che spesso non sappiamo bene come cavalcare.

Vogliamo cambiare lavoro ma non sappiamo cosa fare, oppure vogliamo cambiarlo ma non sappiamo come. Nel frattempo, il nostro approccio al lavoro sta già cambiando, perché quelle spinte valoriali si manifestano con la stessa potenza di un’eruzione vulcanica. Non possiamo far finta di niente.

Dunque, come fare a destreggiarsi in un mondo del lavoro così complesso e incerto?

Voglio darti alcune chiavi di lettura con cui iniziare a sciogliere la complessità:

La prima chiave di lettura ha a che fare con il porti le domande giuste e metterti in ascolto di te stesso, allenando l’intuito.

  • Cosa vuoi ottenere attraverso il lavoro e grazie al lavoro?
  • A cosa non sei disposto a rinunciare?
  • Che tipo di lavoro si adatta alla vita che vuoi vivere?

La seconda chiave di lettura riguarda lo sviluppo di un pensiero orientato al futuro che ti permetta di analizzare criticamente le possibili evoluzioni del tuo ruolo e del tuo mercato nel prossimo futuro, che galoppa velocissimo.

Contestualmente, hai bisogno di :

  • Adottare un mindset auto-imprenditoriale con cui approcciarti al mercato, anche se cerchi lavoro come “dipendente”.
  • Sviluppare un approccio orientato alla formazione continua, di qualità e in linea con i tuoi obiettivi, che vanno accuratamente ponderati.
  • Potenziare alcune competenze soft strategiche in grado di fare la differenza nel tuo settore e nel nuovo mercato del lavoro plasmato dalla trasformazione digitale.

Ancora lì a pensare che basti dare una sistemata nel CV, no vero…? 😉

È tua responsabilità farlo prima che sia troppo tardi. C’è chi sarà in grado di riorientare la propria carriera e chi alla fine soccomberà.

Fai in modo di rientrare nella prima categoria.

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